Consigli pratici per un buon equilibrio mente-corpo

Archivio per novembre, 2011

Oligoelementi e cuoio capelluto

Ferro: l’importanza nutrizionale del ferro consiste nel fatto che questo metallo svolge una funzione centrale nel metabolismo energetico di tutte le cellule. Ricordiamo che è l’ossidazione delle sostanze alimentari che fornisce ai tessuti l’energia necessaria. Affinché tale ossidazione possa avvenire, l’ossigeno deve prima essere trasportato dai polmoni ai tessuti grazie all’emoglobina; una volta giunto a livello dei tessuti, esso può essere usato soltanto grazie all’attività di enzimi che contengono ferro. Fondamentali per la sintesi dell’ emoglobina sono anche il rame ed il cobalto.

Il ferro è fondamentale per mantenere un cuoio capelluto forte e resistente; inoltre, previene l’ingrigimento dei capelli.

Zinco: dopo il ferro, lo zinco è il più diffuso oligoelemento essenziale: il corpo umano ne contiene da 1,5 a 2,3 g, ne sono ricchi le fanere (peli, unghie, capelli, ecc.) e le ossa. Per mantenere sano il cuoio capelluto è buona cosa integrare lo zinco. Ricordiamo che lo zinco è contenuto nella carne, nei legumi, nelle uova, nei prodotti caseari, nei legumi, nei cereali e nella verdura a foglia verde. Lo zinco contenuto nelle proteine animali è assorbito meglio di quello di origine vegetale.

Zolfo: Lo zolfo è il costituente base di alcune proteine e, quindi, di alcuni aminoacidi ed ha un ruolo di primaria importanza per la salute dei capelli: accelera la crescita naturale dei capelli, con l’uso costante crescono con maggiore velocità e consistenza; è molto indicato in caso i capelli abbiamo un eccesso di grasso e combatte la calvizia. In caso di cute grassa e capelli grassi lo zolfo andrebbe sempre integrato.

Attenzione a chi fuma: molte ricerche hanno dimostrato come il tabacco diminuisce l’assorbimento dello zolfo, aumentando la possibilità di avere capelli e pelle grassa. Ai fumatori è dunque sicuramente consigliabile l’assunzione di zolfo in forma anche omeopatica. Alimenti molto ricchi di zolfo sono cavolo, broccoli, cavoletti di Bruxelles, fagioli secchi, molluschi, pesce in generale, germe di grano, latte e uova e carne.


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Rame

Il rame interviene nella formazione della clorofilla nelle piante, dell’emoglobina e di altre sostanze porfiriche negli animali, facilitando la penetrazione del magnesio e del ferro nei nuclei porfirici. Come il magnesio e il manganese, il rame è indispensabile all’attività della vitamina C di cui facilita l’ossidazione. La sua presenza è indispensabile per la formazione del tessuto connettivo normale.

Conseguenze di una dieta carente di rame:

a) si manifestano anomalie scheletriche e una maggiore predisposizione alle fratture;

b) La cheratinizzazione della pelle è insufficiente, l’elastina del tessuto connettivo è difettosa e ciò può provocare gravi lesioni a livello cardiaco;

c) diminuisce la sintesi dei fosfolipidi del fegato, ne perturba il metabolismo e provoca anomalie nella struttura dell’elastina e del collagene;

d) riduzione della risposta immunitaria e difficoltà di risposta nei confronti dell’infiammazione (ricordiamo che il rame potenzia da 10 a 20 volte l’azione antinfiammatoria dell’aspirina e, contemporaneamente, protegge la mucosa gastrica dai suoi effetti irritanti);

e) difficoltosa assimilazione del ferro (la cerulo plasmina, una proteina trasportatrice che contiene il 95% del rame in circolo, facilita l’unione del ferro alla transferrina e -di conseguenza- l’uso di questo metallo).

Il principale antagonista del rame è l’argento; in ordine decrescente lo sono anche il calcio, il molibdeno, lo zinco e i solfati.

alimentazione integrale

Perché mangiare integrale e non farine bianche, prodotti brillati e zucchero bianco:

Dobbiamo sapere che ogni chicco di cereale normalmente è formato da un guscio, da un germe e da un corpo centrale. Il germe ed il guscio sono ricchi di minerali, di oligoelementi (manganese, rame, cobalto, zinco, cromo), di enzimi e di vitamine. IL germe contiene le vitamine A e F, mentre il guscio contiene le vitamine B, di cui è una delle fonti più importanti. Queste parti del chicco contengono, inoltre, oli e vitamina F. Nel cuore troviamo, invece, essenzialmente amido. Con la raffinazione e la produzione della farina bianca, l’unica parte del chicco che viene conservata è quella ricca di amido, perdendo così circa il 70% delle sostanze più preziose contenute nei cereali. Stesso discorso per quanto riguarda lo zucchero cristallino da tavola, un carboidrato semplice raffinato, che si ottiene estraendo il succo della canna da zucchero, scartando la massa e la fibra. Il succo viene poi purificato, filtrato, concentrato e condensato fino alla formazione dei cristalli di zucchero dello sciroppo. Otteniamo , anche in questo caso, un “carboidrato puro” separato da tutte le sue componenti naturali: acqua, minerali, proteine, vitamine, fibra. E, quindi, arriviamo alla domanda cruciale e che ognuno di noi dovrebbe porsi: cosa succede al nostro organismo quando ingeriamo questa sostanza?

NB: il nostro corpo-sistema è stato ideato per interagire con altri sistemi; in campo alimentare esso è stato predisposto ad assimilare alimenti naturali interi, così come ci vengono offerti dalla terra. Quando ingeriamo soltanto una parte di un alimento, come avviene con un prodotto raffinato, il nostro corpo attiva dei meccanismi di adattamento e di compensazione per poter assimilare tale prodotto. Per metabolizzare gli zuccheri raffinati, il nostro organismo ricava da altre fonti i nutrienti mancanti ( necessari come catalizzatori del processo digestivo). Queste fonti possono essere o altri alimenti dello stesso pasto o (prestiamo molta attenzione!) gli stessi tessuti corporei. Per questa ragione quando consumiamo dello zucchero raffinato (o farina bianca) perdiamo vitamina B, calcio, fosforo, ferro e altri nutrienti che vengono estratti direttamente dalle nostre riserve. Ma oltre ad essere nocivi per questa sorta di “auto cannibalismo” che attuiamo ogni qualvolta ingeriamo cibi raffinati, ricordiamo che lo zucchero può creare dipendenza fisica. Lo zucchero ha due effetti nefasti: a) persino l’assunzione di una sua piccola quantità crea il desiderio di più zucchero; b) un’interruzione del suo consumo senza scalare provoca sintomi da astinenza che possono durare da tre giorni fino a tre settimane: incontenibili voglie alimentari, stanchezza, depressione, indolenza, cambiamenti d’umore e a volte mal di testa.

Un consumo eccessivo di zucchero è responsabile di una molteplicità di disturbi molto diffusi: ipoglicemia (o iperinsulinimia), diabete, malattie cardiache, carie, malformazioni dentarie, ipercolesterolemia, obesità, miopia, problemi digestivi, gotta, depressione, ansia e persino comportamenti violenti. Forse il maggiore inconveniente dello zucchero è che esso, alzando il tasso di insulina, inibisce il rilascio di ormoni della crescita, con la conseguente depressione del sistema immunitario. Ricordiamo che gli effetti nocivi dello zucchero possono essere contrastati dall’apporto di proteine animali ed è per questo motivo che coloro che consumano sia zucchero sia carne riescono a mantenere una sorta di “equilibrio apparente”. Ma perché lo zucchero raffinato risulta essere così attraente per la maggior parte delle persone? Secondo il filosofo dell’alimentazione Rudolf Hauschka la natura cristallina dello zucchero rafforza la consapevolezza di sé e potenzia la personalità. Il suo consumo è collegato a società in cui il ruolo dell’individuo è molto sviluppato, nelle società fortemente individualistiche il consumo dello zucchero è sempre stato esagerato. Ricordiamo che il consumo smodato di zucchero provoca l’effetto contrario: insicurezza, confusione mentale e si vive come una sorta di sonnambulo.